Sono da poco rientrata a casa da un viaggio fatto di 6 voli aerei, 3 traghetti, interminabili ore di scali, transfer e bus, litri di sudore ed incalcolabili passi e sorrisi.
Sono tornata dalla Thailandia. Io, in Thailandia.
La mia mente ora è un perpetuo rewind in cui scorrono immagini, emozioni, suoni e sapori. Ripenso ad ogni secondo trascorso in questo Paese, a tutto ciò che ho visto finalmente con i miei occhi, a tutto ciò su cui ho camminato con i miei piedi.
Bangkok è bellissima. L’impatto è fatto di contrasti: moderni grattacieli grigi accanto a piccole case in legno e a templi colorati, il cemento accanto a zone di foresta tropicale. Bangkok mi ha accolto con un cielo grigio che con una forte pioggia è divenuto giallo. Tutto era giallo, come mai avevo visto prima. Dopodiché fu sempre sereno, tranne qualche breve spruzzata occasionale.
L’umidità. Credevo di sapere cosa fosse considerato che vivo a Milano, ma mi sbagliavo. L’umidità è tale da farti la doccia col tuo stesso sudore che senza sosta inonda il tuo corpo anche da fermo, anche all’ombra. Non c’è scampo. Lunga vita ai sali minerali MGK-Vis!
Buddha a volontà, case degli spiriti accanto ad ogni costruzione, l’odore di Pad Thai che si mescola a quello dell’inquinamento, tuk tuk che sfrecciano e fanno zig zag nel traffico, migliaia di cavi elettrici che dominano le strade, l’immagine del sovrano ogni cinque metri, il contrattare sempre su tutto, il viso dei thailandesi e la loro lentezza.
Tutto mi manca.
Tutto di questo viaggio mi ha dato conferma del fatto che in questi anni sono riuscita a cambiare e a superare alcuni limiti che tali non erano.
Ho tolto le scarpe per entrare nei templi e abbracciare una cultura differente, ho congiunto le mani per dire Kop khun khaa (Grazie in thailandese), ho fatto scivolare lacrime sul viso dalla forte emozione nel dialogare col Buddha sdraiato, ho lasciato che il mio palato provasse nuovi sapori e per me non era cosa facile, ho avuto attorno a me i pesci del Golfo del Siam di varie forme e colori, mi sono seduta su di una palma da cocco gridando di gioia, ho ascoltato versi di animali mai uditi prima, ho camminato sulla ferrovia della morte, sono stata fotografata varie volte dai thailandesi (sì, perché per loro diventi un’attrazione da fotografare talmente poco abituati ai nostri visi), mi sono fatta scompigliare i capelli dalla velocità dei tuk tuk e da quella della barca al mercato galleggiante di Damnoen Saduak,mi sono sentita ricca contemplando il panorama dal ponte di legno a Thamkasae, ho ammirato tutta la città di Bangkok di notte dal 64° piano e tenuto tra le dita il bellissimo frangipani.
Un viaggio in Thailandia è un enorme bagaglio che ti cambia, ti fa vedere le cose sotto un altro punto di vista, ti fa ricredere dalle dicerie, ti fa riflettere sul tuo quotidiano e su tutto ciò che ancora di meraviglioso ha questo mondo, fatto ancora di forti credenze nonostante il progresso.
Kop khun khaa, Thailandia. Mi hai dato tanto.
P.s.: A breve pubblicherò un video sul canale YouTube in cui vi parlo della Thailandia, perciò se avete domande da pormi scrivetemi subito sia tramite mail o con la messaggistica dei vari social networks e vi risponderò nel video 😉
Io sono stata a fare uno Yoga Retreat A KOH LIPE ISLAND…. un esperienza unica che consiglio a chi decide di andare in THAILANDIA…..
Wow dev’essere stato sicuramente intenso 🙂 grazie per il commento!
Mal d’Asia…non si può che chiamare così. Bangkok ancora mi manca ma spero di poterci andare presto…me la immagino proprio così come l’hai descritta: una città piena di contrasti, colori, odori, suoni, facce e cose. Un turbine di emozioni che non può lasciare indifferente.
Esatto, è uno di quei posti in cui non pensi “ci vado solo una volta” ma speri di tornare presto perché credo che pochi giorni ti rendano solo “stordita”, è una città che necessita più tempo. 🙂 Baci!
Sono dell’idea che ogni viaggio ti arricchisce, ma luoghi come la Thailandia ti cambiano dentro e risulta difficile tornare “alla normalità”. La testa e il cuore restano li per un bel po’…
Un bacione :*
Esatto, sento come se improvvisamente volessi cambiare tutto (e in parte in effetti già lo sto facendo 😀 ) È non so spiegarmi queste sensazioni. In questi giorni il rientro è stato più traumatico del solito. Grazie per il commento Cri! Baci
Per me non è ancora arrivato il tempo della Thailandia, ma qualcosa mi dice che in Giappone dovrò fare i conti con la stessa umidità assassina che hai descritto. Mi hai fatto venire in mente che dovrei portarmi gli integratori!
Ciao cara, sì gli integratori sono essenziali! 😉 L’umidità e il calore non danno pace. Buon Giappone allora! 🙂
Lo dico sempre che l’Asia, in un primo momento, spaventa e fa sentire disorientati dopo aver premuto il tasto “prenota”.
Poi, una volta arrivati sul posto, impressiona, fa storcere nasi, strappa “wow”, ti rapisce pezzetti di cuore.
Una volta tornati a casa, lo senti quel peso sul petto misto a nostalgia? Ecco si chiama mal d’Asia. Benvenuta nel club cara ♥️
Ciao cara Angelica, sono contenta di essere entrata nel club del Mal d’Asia! Ci sono dentro in pieno 🙂 Grazie mille :*
Sono ancora qui, in Thailandia, triste di dover rientrare settimana prossima. Confermo ogni sensazione, ogni sentimento ma soprattutto… l’umidità!
Ciao Paola! Preparati al mal d’Asia quando torni, io sto soffrendo un sacco, mi sembra tutto spento ed inutile qui. Ahah grazie così capiscono che non era una esagerazione la mia, ma è davvero così! 😀 Baci
Penso che questi sono i viaggi che ti lasciano per sempre qualcosa dentro… e si soffre un sacco davvero quando ci si allontana da luoghi del genere! Che belle le tue emozioni <3
Ciao bella! Giuro, mi manca tantissimo tutto di ciò che ho potuto vivere in pochi giorni, chissà a starci di più! Ora capisco benissimo tutti quelli che si stanno trasferendo là… Bacioni!
Stesse sensazioni tornando dalla valle di Katmandu. L’est, sembra sappia cambiarti dentro.
Allora mi puoi capire 🙂 Sto soffrendo di mal d’Asia…