Quando cercavo informazioni sui mezzi pubblici di Palma de Maiorca mi ero stupita leggendo che ci fosse addirittura una linea di metropolitana, e detto sinceramente credevo che questa città non sarebbe stata di mio gradimento, visto che il mio concetto di “isola” è quello di un luogo lontano da ciò che è commerciale ed industriale (motivo per il quale sono rimasta un po’ delusa da Malta).
Complice il fatto che vivo in una città come Milano, così frenetica e soffocante, ogni qual volta che prendo un biglietto aereo per un’isola sento la necessità di allontanarmi da quello stile di vita, per ridare aria buona ai polmoni e finalmente rigenerarmi. Ma non sapevo ancora cosa in realtà mi avrebbe atteso.
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Arrivata in hotel passo la giornata in spiaggia riempiendo occhi e cuore di azzurro. Verso le 19,00 prendo un taxi chiedendo di portarmi nel centro storico di Palma per farmi un primo giretto e cercare una tapas in cui cenare. Il taxista mi ha fatto scendere vicino alla Seu de Maiorca, la Cattedrale, che baciata dalle tonalità del tramonto mi ha fatto brillare gli occhi.
Si specchiava sulla la sua enorme piazza d’acqua e il tutto era reso ancor più magico dal suono della fontana accompagnato dal ritmo di una chitarra acustica. Uno spettacolo.
Peccato non aver potuto visitare anche l’interno della Cattedrale, purtroppo a quell’ora era già chiuso l’ingresso, ma quando farò ritorno a Palma non me la farò scappare! Mi sono comunque goduta gli spazi attorno ad essa e le sue meravigliose facciate di quelle tonalità tipiche della Spagna che adoro.
Ho poi proseguito la passeggiata e poco distante dalla Cattedrale mi sono imbattuta in un edificio gotico: la Llotja di Palma. Non è una chiesa come può sembrare inizialmente dalla sua facciata, ma si tratta semplicemente di un luogo in cui ora si tengono mostre ed eventi. Ciò che mi ha colpito sono le sue colonne “attorciliate” che terminano a soffitto aprendosi come fossero palme, o perlomeno mi rimandavano a quella immagine, non trovate?!
Mi immergo poi nel cuore del centro storico ed è piacevole passeggiare tra vie e piazzette, tra negozi e piccole Chiese, senza un percorso definito, camminando a caso accompagnata spesso da ritmi incalzanti dei musicisti di strada.
Era ormai giunto il momento di cercare un posto per la cena, e mi erano rimasti impressi diversi locali che si trovavano vicino alla Llotja, così sono tornata indietro rifacendo la strada daccapo fermandomi al Restaurante El tùnel e gustando la specialità della cucina spagnola: la Paella.
Prima di far ritorno all’hotel ho voluto godere dell’atmosfera serale che si riempiva di isolani per le strade e nelle tapas, la movida maiorchina. Ho fatto una passeggiata rilassante nel silenzio del Porto di Palma, con la lieve brezza del mare e i suoi colori notturni un po’ violacei.
Non avevo ancora intenzione di tornare in camera, e così sono tornata nella piazza della Seu de Maiorca avendo notato da una terrazza vicino al porto quanto fosse bella anche illuminata.
C’era un ragazzo che suonava la chitarra, senza nessuno attorno, solo e preso da un amplesso con la musica. Lo ascoltavo un po’ distante, come per non disturbarlo, per non rovinare quel momento con la mia presenza. Ha riposto poi la chitarra nella custodia e se ne andò, come feci io salutando quel paesaggio col sorriso stampato sulle labbra, con la dolce melodia che continuava a scorrermi nella mente.
Ciao Palma. A presto, spero.
Futura
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Grazie dei consigli 🙂
Ciao Sara! Grazie a te per il commento 🙂 baci!